Primo Conti

Primo Conti nacque il 16 ottobre del 1900 a Firenze. A soli undici anni dipinge il primo quadro, un autoritratto su cartoncino. A tredici annicompone l’opera musicale “Romanza per violino e pianoforte”. Nel 1913, in occasione della mostra futurista organizzata da “Lacerba”, risalgono i suoi primi contatti con Ardengo Soffici, Tommaso Marinetti, Aldo Palazzeschi e Giovanni Papini. Quest’ultimo gli regala una cartolina con dedica: “Al più giovane e più intelligente visitatore dell’Esposizione futurista”. Conti, nel 1917, costituisce con Luciano Baldessari, Venna, Ginna, Neri, Lega e Vieri Nannetti, Spina e Rosai il Gruppo Futurista fiorentino. Tra il 1917 ed il 1921 pubblica una raccolta di prose poetiche “Imbottigliature” ed entra in contatto con i principalii esponenti delle avanguardie storiche, fra cui Pablo Picasso. Fonda con Corrado Pavolini la rivista “Il Centone” nel 1919, alla quale collaborano anche Rosai e Lega, e l’”Enciclopedia”, una rivista satirica di formato tascabile, considerata un raro esempio di “Dada” italiano. Partecipa alle principali rassegne futuriste in Italia ed all’estero. Nel 1928, invitato da Margherita Sarfatti, espone il "Ritratto di Pirandello" alla seconda Esposizione del Novecento. Nel 1930 sposa Munda Cripps. Con la nascita delle due figlie, la vita familiare gli ispira una serie di opere ricche di contenuti personali e poetici: “Bambina e farfalla”, “Frutta dall’alto”, “Bambina con coniglio di gomma”, “Nudino”, “Ritratto della moglie”. Dal 1935 al 1939 collabora al “Maggio Musicale Fiorentino” con bozzetti, scenografie e costumi. Nel 1941 diviene titolare della cattedra di pittura all’Accademia di Belle Arti di Firenze. Espone con Giorgio De Chirico alla Galleria Firenze (1942 - 1943) ed in occasione della “Rassegna di cinquant’anni di pittura italiana” alla Galleria Barbaroux di Venezia nel 1949. Nel 1962 è organizzata a Palazzo Strozzi una mostra per celebrare il cinquantenario della sua pittura e per i suoi ottanta anni gli viene dedicata un'imponente rassegna nella Sala Bianca di Palazzo Pitti. Nel 1980 pubblica il libro “Vecchia bicicletta nuova” e nel 1983, sotto forma di intervista a Gabriel Cacho Millet, pubblica la sua autobiografia “La gola del merlo”. Muore a Fiesole il 12 novembre 1988. Riposa nella cappella situata nel parco della Fondazione, accanto alla moglie Munda Cripps.

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