Giovanni Fattori
Giovanni Fattori nasce a Livorno nel 1825. Entrato in contatto con il gruppo del Caffè Michelangelo, diventò allievo di Giuseppe Bezzuoli ed iniziò a frequentare la Scuola di Nudo all'Accademia di Belle Arti di Firenze.
Solo pochi esemplari dei suoi primi lavori sono giunti fino ad oggi; si tratta di schizzi, il che porta a pensare che il suo lavoro sia diventato più forte e maturo solo dopo il 1851, quando il pittore aveva ormai trent'anni. I primi dipinti in questo periodo furono soprattutto scene di evocazioni storiche influenzate da Bezzuoli; sovente scene tratte dalla storia del Medioevo e del Rinascimento.
Fattori partecipò alle battaglie dell'Unità d'Italia, collaborando con il Partito d'Azione come “fattorino di corrispondenza”. Il primo lavoro di soggetto risorgimentale, “Il campo italiano alla battaglia di Magenta”, risale a quel periodo. Da quel dipinto in poi il soggetto militare diverrà uno dei preferiti nei dipinti di Fattori: battaglie, soldati. L'altro tema che ricorre è il paesaggio, in particolare la sua Maremma, con un'estrema attenzione per il paesaggio agrario.
Definito sovente come “realista”, fu in questo periodo che Giovanni Fattori entrò a far parte dei Macchiaioli, una corrente di pittori precursori dell’impressionismo.
Fattori è considerato oggi uno degli esponenti più importanti di questo movimento artistico, mentre ai suoi tempi era considerato un rivoluzionario o almeno poco credibile, secondo il punto di vista dell'epoca, piuttosto che espressione di un'avanguardia.
Si considerava egli stesso piuttosto un pittore di persone anziché di paesaggi: nonostante queste figure erano generalmente poste in paesaggi fantastici ed illusori che evidenziavano la sua padronanza del colore, influenzato dalla luce e dalle ombre.
I suoi capolavori sono conservati, oltre al Museo Civico Giovanni Fattori di Livorno, anche alla Galleria Civica d'Arte Moderna e Contemporanea di Torino, alla Galleria Nazionale d'Arte Moderna di Roma; alla Galleria d'Arte Moderna di Palazzo Pitti a Firenze; alla Pinacoteca di Brera di Milano, alla Pinacoteca Civica di Forlì, negli Stati Uniti al Museum of Fine Arts di Boston.
A Livorno, il museo civico di Villa Mimbelli è stato dedicato al Fattori, dove sono presenti importanti raccolte di opere dei Macchiaioli e dei post-macchiaioli.
La difficile situazione economica che assillò per tutta la vita il pittore, venne aggravata da una pesanti disgrazie familiari, come la morte della moglie per tubercolosi nel 1867. Subito dopo Fattori iniziò a viaggiare, soggiornando a Parigi, a Londra, a Dresda, a Filadelfia, a Santiago del Cile dove ottenne vari riconoscimenti e premi.
Nel 1886 ottenne il ruolo di insegnante presso l'Accademia di Firenze e negli ultimi anni si dedicò con sempre maggiore interesse all'acquaforte. Si spense a Firenze il 30 agosto 1908.